Ultimo ed importante aggiornamento che potrebbe dare uno scossone all’intermediazione turistica è Google Hotel Finder. Già grazie al progetto legato ai voli, il colosso della ricerca si stava muovendo verso un’ottica travel e le mappe che si ritrova in casa già da tempo ci danno molto su cui riflettere.
Nell’ambito degli argomenti in programma al WHR2011, troviamo la voce “Disintermediare intermediando: qual è il giusto equilibrio” tra i vari argomenti di Revenue Management, Web Marketing Brand Reputation, che pone l’accento su una questione molto importante per gli albergatori, appunto, quale è l’intermediazione. Andando un attimo oltre la definizione di Intermediazione Turistica, che in sostanza si tratta di porre tra Albergatore e Ospite un canale intermedio fatto ad esempio dal web, è molto importante considerare che al giorno d’oggi l’ambiente si presenta già alquanto saturo.

E non è la saturazione di intermediari web che può preoccupare di più, quanto l’impossibilità, vuoi per tempo, mezzi o ignoranza, ad investire in canali che possono riportare al centro della propria offerta la struttura stessa, come se riappropriarsi di certi spazi non sia più un tornare indietro, ma gestire meglio le proprie risorse.

Quello che giustamente ci si pone a livello web quando si crea un sito, e soprattutto per una struttura nata per l’accoglienza -alias la forma per me più particolare e ricca di azienda-, c’è una sorta di paywall all’accesso della materia prima non indifferente. Sulla falsariga di questa idea credo che consulenti più o meno esperti siano spinti a consigliare il proprio cliente nell’investire un certo budget di risorse all’intermediazione sia di traffico, advertising di vario genere come anche AdWords, che di contatti veri e propri, vedi Booking.com.

Ma come può al giorno d’oggi una struttura ricettiva riuscire ad orientarsi e a pianificare una corretta strategia di disintermediazione/intermediazione?
Parto dal presupposto che non terrò conto del budget: può di fatti sembrare abbastanza ovvio che avere di base una certa potenza di fuoco può portare dei benefici notevoli nel breve periodo, ma io voglio mettermi nel caso peggiore.

Voglio essere presente, da subito e con zero euro. Come fare?
Quello di cui è necessario convincersi, così come dirò più avanti, è che il web oggi è un ecosistema ricco di numerose entità che in modo creativo possono essere adattate/adottate per la promozione online. Innanzitutto non fermarsi di leggere e documentarsi dai blogger del settore turistico può essere una scelta molto importante. Spendere delle risorse in tal senso può essere fondamentale nella scoperta di nuove modalità e strade di promozione o nuovi portali/aggregatori di offerte che se adottati nei periodi di sviluppo possono offrire delle commissioni vantaggiose.
Affidarsi anche al social web: ovvero fare della propria presenza sui social networks un’arma volta all’intermediazione, pur mantenendo bassi una serie di voci di costo. Dalla propria Pagina Fan, al proprio Profilo Twitter, passando per Flickr, Instagram, FourSquare… solo per citare gli esempi ormai consolidati e più importanti di oggi. (Basti pensare che ormai si sta consolidando la cultura del Social Buying, ovvero numerose forme ed accezioni di commercio elettronico che passano sui social networks, dai gruppi di acquisto, agli sconti o a veri e propri social shop).

Il pericolo che si può correre in questo caso, ma anche in altri casi afferenti ad altri settori, è quello di incorrere in uno sbilanciamento dell’investimento: offrire una presenza online povera fà si che l’intermediazione sia pressochè totale, così come credere che se ne possa fare a meno in determinate fasi è altrettanto poco saggio in quanto il paywall e le idee appena fornite sono comunque strade che si percorrono con dei tempi ben precisi che se non sono ben chiari fin dall’inizio possono generare malintesi e perdita di fiducia.

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