Nella settimana scorsa abbiamo assistito ad un interessante upgrade in casa Microsoft per il motore di ricerca Bing: la possibilità di cercare prodotti grazie al sito ciao.it che offre una ricca struttura di prodotti, categorie ed offerte da comprarare e tra le quali scegliere per prezzo e convenienza.

Innanzitutto il funzionamento di tale sezione, per la lingua italiana, è a mio avviso un pò semplicistica: cerca un prodotto e clicca su shopping, attivando così la sezione di ciao.it con le categorie ed i prodotti del ben noto aggregatore/comparatore di prodotti.

Quello che mi ha suscitato questa ricerca non è stato nè stupore nè interesse. “Vado direttamente su ciao.it, a questo punto” è stato il mio pensiero, se non altro è una banale conferma della loro partnership dove la coperta è estremamente tesa da un alto e dall’altro.

Non contento ho poi deciso di proseguire, di approfondire un attimo quello che è il nuovo strumento di Bing: ho provato con la ricerca in inglese (Stati Uniti) e il discorso, ovviamente(?), cambia:

Eh beh, le cose cambiano parecchiotto!

Innanzittutto da utente attento ai motori di ricerca ritengo che la versione USA sia più bing-centrica, ovvero sono sempre nel motore di ricerca che ora ha una nuova funzionalità per lo shopping.

Pone maggiore competitività con i negozi, e-commerce, ed aggregatori di prodotti che si sono stabiliti in rete offrendo, in veste di motore di ricerca, servizi ed ordinamenti dei risultati di ricerca più vicini all’utente, come:

  • best match
  • best user ratings
  • best expert ratings
  • price

e quello che è più importante, secondo me, è il porsi nel segmento come vero e proprio servizio di ricerca e comparazione a sè stante, in prima linea. Come siamo abituati a vedere, per Bing in questo caso ma non solo, alcune località vengono considerate minori e quindi meno degne di attenzione e di investimento. Questa riflessione, nella logica di competizione tra i motori di ricerca, mi porta a pensare un atteggiamento timido rispetto ai competitors.

Mi viene da pensare a Google, che non ha ancora rilasciato la ricerca Shopping qui in Italia, ma che neglis tati uniti vi offre un’esperienza sicuramente accurata e più ampia che quella di un singolo comparatore di prezzo, per quanto noto e performante:

Vedo un’altro livello di risultati, con la non meno importante opzione di poter impostare una loalità, ho settato New York – NY, con i negozi più vicini ed ecco un’impiego di più servizi messi a sistema per una migliore ricerca che, non per screditare Bing che è il soggetto di questo articolo, rappresenta ancora una tra le migliori per un servizio generalista.

Vi chiederete: cosa centra Kelkoo?

Se Ciao.it si è “accriccato” Bing che fine faranno fra qualche tempo i competitor del settore prodotti/comparazione/shopping di fronte ai colossi americani della ricerca che scendono in campo?
Quello che oggi offre il servizio di Kelkoo, in numerosi paesi del mondo, è la possibilità di trovare i prezzi migliori sull’aggregazione dei prodotti da diversi e-commerce e riuscire a rappresentare uno dei servizi di comparazione e scelta dei prodotti più utili del web.

Mi riferisco in particolare alla potenziale perdita che ne potrebbe derivare dal venir meno dell’utilizzo di un servizio come Kelkoo a fronte del suo noto programma partner di white labeling che consente ai publisher dei prodotti di raggiungere più clienti, e ai partner di generare traffico e guadagno attraverso la generazione di leads all’interno di un circuito in cui è più di un’apparenza quella del guadagno reciproco.

Bing, Google e gli altri motori di ricerca, presto o tardi, con gli strumenti di spideraggio, indicizzazione e valutazione delle pagine web potranno scalzare il vantaggio e l’importanza degli strumenti del settore shopping?

Ed inoltre il neonato Bing Travel, sarà altrettanto importante e competitivo nel settore viaggi e servizi ad esso connessi?

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