Al tempo della reputazione online e dei social media (in questi giorni si sta svolgendo proprio uno degli eventi internazionali più importanti a riguardo, cioè il #smwrm Social Media Week a Roma e in altre capitali del mondo) sappiamo tutti che controllare ciò che si dice di noi è un affare assai delicato, importante e laborioso.
Certo ci sono strumenti più o meno raffinati, molti dei migliori a pagamento, che possono “fetchare” il web per raccogliere il sentimento attorno la nostra parola chiave (aka brand, o nome) e ogni nostra mossa ha una conseguenza.
Alcuni credono che per il semplice fatto che stiamo dietro uno schermo, compiere determinate azioni abbia un impatto minore, ma non è così.
Se è vero, come è vero, che non siamo solo una rete di terminali ma una rete di individui (Arturo Salerno) che si trovano grazie al web, se è vero come è vero che oggi grazie alla rete possiamo esplorare luoghi, ricevere consigli, anticipare la raccolta di un numero enorme di informazioni su persone e luoghi, perchè c’è gente che ancora oggi lascia tutto al caso?
No, non è una pubblicità… è una constatazione estremamente amara, poichè il mio piccolo sito inizia ad essere oggetto di più attente riflessioni, almeno da parte mia. E per ora mi basta.
Proprio pochi giorni fà Google ha fatto le sue ennesime esclamazioni contro lo spam nelle SERP e lavorando nel settore del posizionamento non potevo che stargli dietro e redarre qualche documento innanzitutto per schiarirmi le idee e poi di introdurmi nella discussione, perchè ormai la discussione è il web non più un semplice thread di un forum sperduto, dando il mio parere e qualche utile consiglio.
In aggiunta avendo una sezione sui comunicati stampa proprio sul mio sito, mi sono permesso col massimo garbo di tenere aggiornati i miei utenti su questa delicata questione, visto che si è detto che i comunicati stampa sono fonte di contenuto duplicato. Mi pare giusto perchè se c’è chi scrive 4 righe e le inoltra a mezzo mondo, prima o poi qualcuno dovrà pur sbottare!
Al che, forse per una mia mancanza di tatto o forse perchè non si dovrebbe disturbare il prossimo dandogli dei consigli professionali su come ottenere il meglio da certi strumenti peraltro gratuiti, mi sono sentito rispondere: “non ricordo di essermi iscritto al tuo servizio, non so di cosa stai parlando” in sintesi.
Ah si?
Dopo aver inviato articoli e link, ora ti dimentichi del mio povero e piccolo e dofollow siterello?
Non si lavora così: non puoi basare l’invio di comunicati stampa ed in genereale una campagna di comunicazione sul caso e sul fatto che fai così tanti invii e così all’acqua di rose che perdi traccia delle tue stesse azioni.
Mi spiego meglio.
L’utilità di tenere traccia di questa attività, ma la cosa si può benissimo estendere ad una miriade di altri contesti, è importante perchè:
- crei un rapporto/relazione/contatto con altri attori del web. Può nascere un nuovo lavoro, una collaborazione, uno scambio. E’ importante presentarsi e sapere con chi si ha a che fare.
Questa può essere una miniera inesauribile di informazioni e di risorse per il proprio lavoro, abbattendo a volte costi e tempi perchè il passaparola tra colleghi o collaboratori può essere fondamentale per la propria crescita, quella altrui e nella scoperta progressive di nuove opportunità. - Sapere quali siti hanno inviato o no il tuo comunicato è importante per conoscere la loro affidabilità, così come i tempi di risposta ben tracciati possono aiutarti a decidere quali usare in caso di comunicazioni che necessitano di una potenza di fuoco più rapida e una penetrazione della notizia maggiore
- Sapere a quali siti “esser grati” per aver lasciato il comunicato nel tempo e fare un’analisi dei backlink e dei visitatori da siti referenti non è nemmeno banale, perchè anche i comunicati possono, anzi devono, portare qualcosa in più che la semplice informazione di un evento, ad esempio
- Tracciare i commenti dei comunicati stessi e capire pian piano come e se correggere il tiro, come reagiscono gli utenti e cosa dicono di noi
- Rispondere ed essere attivi sul campo non solo sui commenti, come al punto 4., ma anche avvalersi degli strumenti più disparati per diffondere al meglio il comunicato e renderlo così più accessibile alle ricerche per gli utenti
Non mi sembrano punti banali. Ma vi dirò di più!
In questi giorni sembra che altre persone si siano dimenticate degli effetti che il web possa avere da azioni sconsiderate e poco rispettose, che vanno al di là della mia constatazione attuale sul comportamento naif nelle strategie di comunicazione.
Tutti, o per lo meno quasi tutti, navighiamo su Facebook e sappiamo fondamentalmente due cose di esso:
- che ci sono 500 milioni di utenti registrati
- che riceviamo fin troppe richieste di amicizia/fanpage/applicaizoni/giochi/nonni-in-carriola
Ed è sul secondo che voglio soffermarmi perchè una strategia di comunicazione dovrebbe evitare certi errori: come infatti ha rilevato Danilo Pontone, di cui seguo il blog di taglio altamento qualificato e professionale sul web marketing turistico, il quale ci avvisa che Chi di spam ferisce di Spam perisce!
Nella sua esperienza infatti ho notato come una certa rivendicazione abusiva dello spazio altrui sia frutto di una mancata conoscenza dello strumento social, Facebook in particolare, ma delle più basilari linee guida per la comunicazione di un prodotto/offerta sul web. Tant’è che non mi è mai parso di vedere un professionista come Danilo chiuso alla discussione, al commento e alle collaborazioni, anzi tutto il contrario!
Un certo modo invasivo di comunicare, è questo il mio punto, non ha fatto altro che rovinare la piazza dell’invasore stesso riversando su di sè antipatia e opinioni di scarsa professionalità e, anzi, di maleducazione. Perchè venire in casa vostra senza essere invitati a fare i propri porci comodi, diciamolo, è maleducazione!
Per non parlare di un caso di studio, che vi ripropongo in questo tweet di Stefano Scetti Disastro sui Social Media in cui ci viene suggerita la lettura di un articolo che parla di alcune inaccortezze usate offline da una persona convinta che la proprio notorietà fosse indistruttibile ma che poi è diventato lo zimbello di tutti!
Vi pare poco? A me no, anche perchè ad inisistere in queste tecniche invasive e con molta disivoltura si finisce come chi si chiede ancora cosa fare se Facebook ti cancella la pagina fan (FacebookStrategy.it), e tra un se e un ma quello che rimane è solo lo spam che hai prodotto e una cattiva reputazione che non cancellerai tanto facilmente.
Come potete vedere:
a) social media e comunicazione sono molto vicine in alcune metodologie strategiche, disattenderle significa combinare guai
b) la buona reputazione delle persone citate ha fatto si che spontaneamente io vi parli di loro, così come altrettanto spontaneamente potrà capitare di parlar male di altri che non si comportano bene. Questa si chiama “natura umana” -c’avete presente?-
FINE
Riflessioni sulla comunicazione web e il social media http://bit.ly/hMdtdv