Blekko, questo sconosciuto. Cosa rappresenta questo astro nascente nel panorama della ricerca e come strumento per i SEO?
Blekko è, insieme Duck Duck Go, un ottimo motore di ricerca. Onestamente, però non immagino che possa poter arrivare ad essere un serio concorrente per Google.
Dal punto di vista SEO offre un numero di informazioni davvero utili, per esempio a livello di links che una pagina possiede, ma per dirti la verità non lo utilizzo molto come tool SEO.
Quali sono i migliori tools gratuiti per misurare la quantità e la qualità dei link in ingresso?
Se parliamo di quantità, l’amato e odiato Google Webmaster Tools non è male per capire quali links ha un sito che noi amministriamo. Ovviamente, però, è inutile per condurre un’analisi competitiva.
In quel caso le alternative totalmente gratuite e davvero valide sono praticamente inesistenti a mio parere, quindi o si utilizzano Open Site Explorer o Majestic SEO o Ahrefs coscienti dei limiti che hanno nelle loro opzioni free, o ci si sottoscrive a uno, due o tutti e 3 questi sistemi.
Personalmente io tendo a usare sia OSE sia Majestic SEO dei quali sono sottoscrittore. Perché due sottoscrizioni? Perchè in realtà non li vedo come strumenti che competono fra di loro, pur se è vero che hanno varie caratteristiche in comune, ma piuttosto come due tool complementari.
Se da un lato, infatti, Open Site Explorer permette avere una fotografia “esatta” del profilo link di qualsiasi sito, Majestic SEO dall’altro offre la possibilità di capire realmente se e come un competitor ha disegnato la sua strategia di link building nel tempo, se sta o ha realizzato una campagna o meno. Inoltre, le due nuove metriche di Citation e Trust Flow che proprio pochi giorni fa Majestic SEO sembrano essere due metriche realmente potenti e significative, paragonabili a quelle di SEOmoz (Domain Authority e Page Authority).
L’ultimo arrivato, Ahrefs, a delle caratteristiche che promettono e sicuramente sarà importante seguirne l’evoluzione.
Quali sono le nuove frontiere della link building, alla luce dei social signals?
Sicuramente la relazione tra SEO e Social Media è una relazione sinergica. D’altra parte, però, non sono tra quelli che credono incodizionalmente che i “segnali sociali” si debbano considerare come un vero e proprio fattore di ranking in senso SEO stretto.
Certo, un sito che possiede – in relazione alla media della sua nicchia di mercato – un alto numero di Social Signals, probabilmente è un sito popolare. Ma da qui a dire che sono i tweet, i +1 o Likes una causa di un buon ranking, non lo credo. Credo sì che esista una correlazione, ma correlazione non è la stessa cosa che causa.
Ovvero, è logico pensare che una pagina che ottiene grande visibilità anche attraverso i canali Social Media tenderà ad avere anche un maggior numero di links che pagine che sono socialmente invisibili, ma sono i links generati dall’esposizione sociale che possono essere considerati la causa di un miglior ranking, non i segnali sociali in sè, a mio parere.
D’altra parte, però, secondo me, è vero che sempre più Google non considera unicamente i links per determinare l’autorità di un sito, ma tende a incrociare il Linkgraph con il Social Graph (il suo, quello basato su Google+ e i Social che può vedere) e l’Author Rank, dal momento che l’analisi combinata di questi tre grafi davvero possono annulare i singoli difetti di ognuno dei primi due:
- la manipolazione del Link Graph con il Search Spam;
- la manipolazione del Social Graph con lo spam sociale.